La mia esperienza al S. Ambrogio
- Miss P.M.A.
- 3 lug 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 22 lug 2020
Il nostro percorso PMA è iniziato un gelido giorno di fine gennaio del 2018. Avevo appena compiuto 31 anni, ero sposata da nemmeno 6 mesi, e il mio orologio biologico ha iniziato a ticchettare all'improvviso.
Sarà che razionalmente non mi sono mai voluta infilare nel tunnel delle maternità tardive, ma ho preso il coraggio a due mani e ho espresso il desiderio di "espanderci" a mio marito. Mi ha ovviamente confermato che era anche un suo desiderio, e così (conscia del mio problema medico a procreare naturalmente) ci siamo avvicinati direttamente al magico mondo della fecondazione assistita.
Ci siamo ovviamente documentati un pochino, anche se - avendo avuto una mia cugina lo stesso tipo di "necessità" - ero già parzialmente informata. Dunque abbiamo fatto una bella lista di strutture afferenti al SSN (di privato non se ne parla, col mutuo sul groppone) e abbiamo selezionato il S. Ambrogio di Milano.

Abbiamo quindi prenotato un colloquio a settembre 2018 e, arrivati lì, abbiamo presentato la nostra situazione. Un'infermiera ha preparato la nostra "scheda" e quindi ci ha consegnato una lista di esami lunga come la Muraglia Cinese... All'incontro successivo (parlo di ottobre/novembre 2018), mio marito era già partito con la pre-ansia, io per fortuna non temo aghi & Co. e quindi mi son fatta prelevare senza colpo ferire ben 17 provette di sangue..!
Dopo quel salasso (anche un po' economico, visti i 400 e rotti euro spesi...), abbiamo pazientato che le liste di attesa scorressero. Finalmente, ad aprile 2019 è arrivato il "nostro momento": piano terapeutico, punture, medicine, esami, controlli, monitoraggi, pick-up, transfer... Tutto si è svolto tanto velocemente che le tempistiche sono ancora confuse. Nel giro di meno di un mese ero già lì, a casa, in compagnia della mia ansia in attesa di poter fare "le beta". Passa un giorno, ne passano due... Ne son dovuti passare ben 12 prima di poterle fare, e... Niente. Beta negative. Dopo lo sconforto, la beffa: sono stata tacciata di eccessiva paranoia da uno dei medici dello staff perché io - ipotiroidea autoimmune dalla nascita - avevo osato verificare un valore tiroideo e, trovandolo eccessivamente fuori dai valori normali, avevo disturbato il sopracitato medico per chiedere lumi.
Va da sé che per il successivo tentativo abbiamo optato per un cambio clinica... Lo so, di solito non si fa, ma davvero, più che la delusione per il fallimento in sé (più che comprensibile al primo tentativo) è stata la delusione nell'essere trattata con sufficienza a farmi cambiare idea!
Vi lascio una foto dei miei embrioncini, quelli che "quella volta" non sono rimasti attaccati a me - e sospetto fortemente che quel valore tiroideo tanto anomalo sia stato quantomeno una con-causa!

تعليقات